C’era molta attesa attorno a questo kit, che i rivenditori hanno ricevuto in questi giorni. La storia del modello è almeno particolare quanto l’auto vera. Non molto tempo fa, Luca Tameo trovò in un cassetto un master abbandonato da una trentina d’anni: la Ferrari 400 Superamerica utilizzata come auto personale dal Commendatore. Negli anni ottanta Tameo Kits era un marchio giustamente famoso anche per alcuni bei modelli di vetture GT e Sport-Prototipo, prima che Luca si dedicasse esclusivamente alle monoposto.
Giusto l’anno scorso, la serie delle Sport è ripresa con l’uscita di un modello nella nuova gamma Montegrosso, la Ferrari 512S del 1970, cui seguirà la 512M. Quanto alla Superamerica, l’idea si fece presto strada nella mente del modellista ligure: far uscire il modello senza troppe modifiche, anche per non stravolgerne irrimediabilmente il concetto originario. Ecco quindi un kit in bilico fra passato e presente, che va apprezzato e giudicato in funzione delle sue origini lontane.
Ormai Tameo è uno dei leader del metallo bianco. E’ stato uno spettacolo ammirare su Facebook la foto di tutte le carrozzerie allineate dopo la fusione. Il kit si compone di pochi pezzi: oltre alla carrozzeria, un pianale (semplice, senza scritte o graffiti… peccato!), un cruscotto, il gruppo sedili-tunnel centrale, paraurti e poco altro. A proposito dei paraurti, peccato non averli previsti nichelati, come si faceva un tempo. Pazienza, le vernici oggi a disposizione dei modellisti fanno miracoli.
Molto raffinate le fotoincisioni (incluse quelle dei raggi); non tantissime, com’è giusto che sia, e la loro qualità è fuori discussione. Fotoincise sono le cornici dei vetri laterali, mentre per quelle del parabrezza e del lunotto si è scelta la fusione nella carrozzeria, una soluzione ibrida che secondo me ha sempre le sue ragioni. Di ottimo livello, trasparenti e senza alcun difetto, gli acetati dei vetri.
Due foglietti di decals (in doppio esemplare) di cui uno con fregi cromati corredano il kit. Qualcuno, secondo me poco opportunamente, ha criticato la scelta di simulare le griglie laterali con delle “semplici” decals, suggerendo che esse avrebbero potuto essere meglio copiate con una fotoincisione. Ora, a parte l’esiguità dei pezzi – le griglie sono davvero piccole – la loro forma si presenta piuttosto adatta ad essere riprodotta con una decal. Scegliere il metodo della fotoincisione avrebbe implicato uno scasso nella carrozzeria e la necessità di adattarvi perfettamente un pezzo “estraneo”. Tutto questo sforzo supplementare avrebbe portato a un maggior realismo?
Completano il kit le istruzioni “high tech” cui Tameo ci ha abituato da tempo. Non saranno pochi i montatori top o presunti tali che si cimenteranno nel montaggio di questo kit.
Un po’ di storia di questa stupenda auto.
La 400 Superamerica telaio 3097SA fu utilizzata come vettura personale da Enzo Ferrari tra il 1961 e il 1962. Doveva trattarsi di una specie di auto sperimentale, viste le tante particolarità che la distinguevano dagli esemplari “standard” (per quanto standard possa essere ogni singola 400 Superamerica). Differenze si trovavano a livello di telaio, di sospensioni e anche di motore. L’auto era verniciata in un bellissimo “Verde Dora” con interni beige, che diventarono neri quando la 3097SA fu rivenduta attraverso il concessionario Crepaldi. In quell’occasione, chissà perché, si provvide anche a cambiare il numero di telaio in 4031SA (ma la traccia del numero 3097SA si intravede ancora sotto la nuova cifra). La vettura ebbe una storia abbastanza misteriosa negli anni che seguirono. La si ritrova poi negli Stati Uniti dove passò di mano due o tre volte; si ha traccia di una revisione totale del motore eseguita a Maranello nel 1974. Dal 2001 la 3097SA/4031SA è di proprietà della Miles Colliers Collections, che l’acquistò all’asta Christie’s di Pebble Beach.